Da voi per noi

Fan Art, Fanfiction e chi più ne ha più ne metta. Tutti i lavori che voi ci mandate sui bambini che svolazzano per il nido.

Ogni immagine appartiene ai rispettivi autori, non abbiamo nessun diritto sulle varie opere. Non postare altrove e non utilizzarle senza il permetto degli autori.

Haloween 2016

© Iole Petagna

 ESCAPE='HTML'

Rory x Thomas, "Bird"
Unica partecipante al contest di Haloween 2016.
 

Natale 2016

©Laura Magotti

 ESCAPE='HTML'

Prima classificata per la categoria Fanart
Life x Death, "A Matter of Life and Death"

©Alessandra Loizzo

 ESCAPE='HTML'

Seconda classificata parimetiro per la categoria Fanart
Life x Death, "A Matter of Life and Death"

©Yumiko Rici

 ESCAPE='HTML'

Seconda classificata parimetiro per la categoria Fanart
Life x Death, "A Matter of Life and Death"

©Michela Musa

 ESCAPE='HTML'

Terza classificata per la categoria Fanart
Life x Death, "A Matter of Life and Death"

©Alessandra Loizzo

Contemplando la neve
Unica partecipante per la categoria Fanfiction
Life x Death, "A Matter of Life and Death"

La neve scendeva lieve dal cielo imbiancando ogni cosa. Le persone affollavano le strade portandosi appresso buste colorate dalle quali uscivano i fiocchi e le ghirlande che adornavano i pacchetti contenenti i regali dell’ultimo momento, tutti stretti nei cappotti, con le sciarpe tirate fin sopra il naso. Erano così buffi.

Death li guardava rannicchiato sotto un albero su una chiazza di terriccio dove il bianco manto di cristalli di ghiaccio non era ancora arrivato.

Quel giorno aveva aiutato un paio di persone e un piccolo coniglio a passare oltre e le falene non lo avevano ancora abbandonato, quasi avessero percepito la sua malinconia. Le vide svolazzare attorno alla testa per attrarre la sua attenzione e poi allontanarsi. Incuriosito, Death le seguì, entrando nella cappa di nevischio. Mentre camminava aprì i palmi delle mani per raccogliere qualche cristallo, restando deluso nel vederli sciogliere al suo tocco. Si, lui riusciva solo a distruggere quello che Life creava; tutta la bellezza di quel mondo era destinata a disfarsi per mano sua, perché questo era l’ordine delle cose e tutto aveva una scadenza. Guardò le falene e allungò il passo per raggiungerle e perdersi nell’aria fredda, sperando che essa riuscisse a gelare quei pensieri, ma i suoi piedi si scontrarono con qualcosa al di sotto del manto nevoso facendolo cadere a terra lungo disteso. Rimase immobile per qualche secondo, scioccato dall’impatto della neve contro il suo viso, poi piegò i gomiti e fece forza sulle mani, sollevandosi.

«Death?»

Sussultò nel riconoscere la voce che lo aveva chiamato.

«Life …»

Restarono lì a guardarsi per un pò, poi Death abbassò lo sguardo sui suoi vestiti coperti di neve e cominciò a scrollarsela via, a disagio.

«Tutto bene?»

«Certo!» troppo di fretta. «Certo, va tutto bene».

Life lo raggiunse, allungando una mano per aiutarlo a levare via tutta la neve che gli era rimasta attaccata addosso.

«Non ne è rimasta più, ma adesso prenderai freddo, hai i vestiti zuppi di neve sciolta».

Death fece per ribattere, ma dovette ammettere di provare davvero molto freddo. Si sfregò le mani contro il petto per riscaldarsi, con scarso successo.

«Credo sia meglio che vada» la sua voce era colma di tristezza.

Fece per andare via, quando avvertì la mano dell’altro sfiorargli il braccio, quindi si voltò.

«Hai da fare?»

Death scosse la testa.

«Allora ho io un metodo veloce per ripararti dal freddo. Vieni con me».

Life avanzò nel bosco, allontanandosi dalla città e l’altro lo seguì. Man mano che andavano avanti le luci andarono affievolendosi, così come il vociare degli umani, fino a ché il silenzio prese il sopravvento. Non si sentivano neppure gli animali che popolavano quel luogo e che Death aveva incontrato quel giorno stesso. Sembrava che anch’essi si fossero allontanati, come a volerli lasciare da soli.

«Life, dove stiamo andando?»

«Esattamente qui!»

Life si fermò sul posto: si trovavano in un ovale di terreno circondato dagli alberi. In quel punto spoglio dalla protezione dei rami la neve si era accumulata maggiormente e gli arrivava quasi fino alle ginocchia. Bastò un movimento delle mani del ragazzo e il cumulo di neve si scostò lasciando spazio al terreno ghiacciato. Death si riparò il viso con le braccia per deviare il gelo prodotto dal manto che si muoveva, poi avanzò.

«Perché lo hai fatto?»

«Così possiamo accendere un fuoco. Non hai freddo?»

Death passò le mani sui suoi vestiti e li sentì scricchiolare, l’acqua si stava ghiacciando. Quando tornò a guardare Life lo vide armeggiare sul terreno, creando un cumulo di legna nel quale scoppiettò una scintilla. Da lì ebbe origine un piccolo falò. Si avvicinò protendendo le mani e subito sentì il tepore ristorarlo.

«Grazie».

Life ridacchiò passandosi una mano tra i capelli, poi mosse di nuovo le mani sul terreno, dal quale spuntò un alberello che crebbe e crebbe, piegando i suoi rami verso il basso a formare dei sedili. Presero posto e rimasero per un pò a contemplare il fuoco.

«Cosa ci facevi in giro a quest’ora? Lavoro?»

Death scosse la testa. «Contemplavo la neve» rispose alzando lo sguardo sul cielo e notando solo allora che i fiocchi avevano smesso di scendere. «È bella da vedere, ma difficile da toccare. O almeno lo è per me, credo».

Life rise. «Mi dispiace deluderti, ma dopo essere caduta la neve si scioglie anche se a toccarla sono io».

«Perché?» chiese l’altro, sorpreso. «Che senso ha? Voglio dire, tutto ciò che crei prima o poi muore per mano mia, perché questo è l’ordine. E, se già questo ti addolora, perché creare qualcosa di così effimero?»

Life rimase stupito da quella domanda. Non aveva mai realmente pensato alla neve sciolta come alla distruzione del suo operato. La risposta arrivò spontanea.

«La neve non muore, non finisce nel Nihm. Sciogliendosi nutre la terra e i suoi frutti e, di conseguenza, chi li mangia. E poi può tornare il prossimo anno. È simile alle idee e alle opinioni: vanno, vengono, cambiano … un pò come è cambiato il modo in cui io vedo te».

«C-come, scusa?»

Life diede le spalle a Death, dandosi mentalmente dello stupido per essere stato troppo diretto, poi si alzò. «È troppo buio qui».

D’improvviso si mosse come sotto l’incanto di una musica soave, filando ghirlande di ghiaccio dai cumuli di neve che aveva spinto via poco prima. Con esse adornò gli alberi che avevano attorno, poi ruotò su sé stesso e in poco tempo una grande quantità di scintille si innalzarono dal fuoco, restando a mezz’aria e riflettendo i propri scoppiettii nei cristalli. Quando fu soddisfatto della sua opera allungò una mano verso il ragazzo che lo guardava colmo di emozione.

«I tuoi vestiti sembrano asciutti, mi concederesti un ballo?»

«Non … non c’è musica».

Pochi secondi e dal bosco si innalzò un lieve brusio che diventò sempre più vicino e sonoro.

«Le creature notturne cantano bene».

Death annuì e afferrò la sua mano, accostandosi a lui e cominciando a muoversi sulla sinfonia del bosco. D’un tratto la neve e le meraviglie che lo circondavano vennero oscurate, aveva davanti l’opera più bella che potesse desiderare di vedere ed era lì per lui.